Industria 4.0: il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Premessa

Dopo un periodo di incertezze, oggi l’economia è pronta a ripartire e viene fortemente incentivata dalle norme in vigore in materia di investimenti in nuove tecnologie che danno l’opportunità a tutte le aziende di poter usufruire di sgravi fiscali, sia sotto forma di strumentazione che di servizi ad essi integrati ed indispensabili  al loro funzionamento.

 

A cosa serve il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive ubicate in Italia.

Quali sono i vantaggi del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

In merito ai beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (elencati nell’allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ex Iper ammortamento) è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro.

Per gli investimenti in beni strumentali immateriali funzionali ai processi di trasformazione 4.0 (elencati nell’allegato B, legge 11 dicembre 2016, n. 232, come integrato dall’articolo 1, comma 32, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 – ex Iper ammortamento) è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del:

  • 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 700.000. Inoltre, si ritengono agevolabili anche i costi relativi a soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.

Per investimenti in altri beni strumentali materiali (ex Super Ammortamento), diversi da quelli ricompresi nell’ Allegato A della succitata legge, è riconosciuto un credito d’imposta nella misura del:

  • 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione in cinque quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali, a decorrere dall’anno successivo a quello dell’avvenuta interconnessione per i beni di cui agli allegati A e B della succitata legge, ovvero di entrata in funzione per gli altri beni.

Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto pari costi nei limiti massimi del raggiungimento dell’importo sostenuto.

A chi si rivolge il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Tali misure di agevolazione sono rivolte a tutte le imprese, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, di qualsiasi natura giuridica, settore economico, dimensione, regime contabile e sistema di determinazione del reddito.

Il credito d’imposta del 6% per gli investimenti in altri beni strumentali materiali è riconosciuto anche agli esercenti di arti e professioni.

Risultano beneficiare anche le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale ed altra procedura concorsuale. Ne restano invece escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Per fruirne, è indispensabile il rispetto delle normative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e corretto adempimento ai contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Come si accede al credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Gli investimenti che beneficiano di questi sgravi dovranno essere stati effettuati a partire dal 1 gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, ad oggi in proroga fino al 30 giugno 2021 a condizione che entro il 2020 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% dell’importo totale.

Per i beni tecnologicamente avanzati e immateriali, le imprese sono tenute a produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato, da cui risulti che i beni possiedono caratteristiche tecniche tali da rientrare negli elenchi degli Allegati  A e B della succitata legge 11, e sono interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per i beni di importo non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione da parte del legale rappresentante.

Le imprese intenzionate a richiedere l’agevolazione dovranno inviare una comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico al fine di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative, mentre il modello, il contenuto ed i termini di invio della comunicazione saranno stabiliti con apposito decreto direttoriale.

Conclusioni

In questo panorama di forte incentivazione trasversale a qualsiasi tipologia di azienda e settore merceologico, i prodotti software di Sistemha rientrano a pieno titolo nell’applicabilità degli sgravi, avendo facoltà di interconnessione sia nei confronti dei macchinari che delle tecnologie e procedure nelle quali l’azienda richiedente ha deciso di investire. 

Tale applicabilità viene autenticata da regolare certificazione di conformità rilasciata da Sistemya alle aziende che hanno deciso di intraprendere questo percorso d’incentivazione scegliendo di avvalersi anche del valore d’interconnessione dei suoi prodotti software per la logistica del magazzino.

Normativa